Shinrin-yoku

Shinrin-yoku 森林浴

Come tutti sappiamo le piante hanno un ruolo fondamentale per la vita sulla Terra, assorbono l’anidride carbonica e la trasformano in ossigeno eppure, nonostante la loro importanza, siamo incapaci di “vedere le piante”. Proprio così, non riusciamo a vedere le piante nell’ambiente circostante. Questo fenomeno si chiama Plant blindness. Inizialmente lo si attribuiva a un pregiudizio culturale e sociale in quanto il mondo vegetale viene affrontato solo parzialmente nell’educazione scolastica, ma in realtà è stato provato che il Plant blindness deriva anche da un motivo biologico in quanto le piante, non rappresentando un pericolo per l’uomo, non vengono processate all’interno delle informazioni coscienti.

Il nostro cervello le cataloga come un “verde generico”, uno sfondo. Quando ci troviamo in un bosco, in un giardino o in un parco difficilmente notiamo la diversità vegetale: non notiamo le sfumature di verde o il fogliame così differente tra specie e specie. Questo ci porta inevitabilmente a sottostimare la grandissima importanza che le piante hanno per l’ambiente e per la nostra salute.

Per sconfiggere fenomeni come questo possiamo ricorrere allo Shinrin-yoku, una vera e propria pratica terapeutica che si prefigge di ristabilire un rapporto vero e profondo tra l’uomo e la natura. Non è facile tradurre questo termine perché, come tutte le parole giapponesi, il suo significato va ben oltre alla lingua sfociando in un misto tra spiritualità e simbolismo, tuttavia possiamo tradurlo con il termine BAGNO DI FORESTA. Lo Shinrin-yoku si diffonde in Giappone nel corso degli anni ottanta dopo uno spropositato aumento della tecnologia che ha portato a un altrettanto spropositato aumento di depressione e malessere.

In Giappone la cura delle piante e degli alberi è una pratica molto sentita, ci sono parchi e giardini curati nel minimo dettaglio. I grandi alberi che dominano i parchi dei templi sono avvolti da una corda sacra in modo che gli spiriti che li abitano, i Kodama, non vengano disturbati. I Kodama sono dei piccoli spiriti con sembianze umane di colore bianco lattiginoso Se vengono visti si dissolvono diventando piccole palline di luce. Dovremo cercare di riavvicinarci a questa visione e vedere gli alberi e le piante come spiriti, dei.

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Con la pratica dello Shinrin-yoku impariamo a dialogare con le piante, ricreiamo quel rapporto originale tra l’uomo e la natura. È una vera e propria esperienza immersiva nella quale ritroviamo la pace interiore seguendo la via degli odori e dei colori della natura. Il massimo beneficio è dato dalla costanza: stabiliamo una cadenza e rispettiamola, che sia settimanale o mensile. Prendiamoci qualche ora per noi, qualche ora da passare nella natura indisturbati, abbandoniamo cellulari e distrazioni e cerchiamo di fare nostra ogni immagine di natura che ci si pone davanti: è li per noi, è la bellezza che si manifesta per il nostro benessere fisico e spirituale. Muoviamoci lentamente abbandonando totalmente la fretta, respiriamo in modo profondo, guardiamoci intorno e ascoltiamo ogni suono. Tocchiamo i tronchi degli alberi o seguiamo i contorni delle foglie con le dita. Se troviamo dei frutti commestibili possiamo prenderli e mangiarli, considerandoli un dono della dea Amaterasu. Cerchiamo di usare tutti e 5 i nostri sensi. Questa pratica riduce fortemente stress, rabbia e depressione. Rinforza il sistema immunitario e ci connette alla Madre Terra in un vortice di magia.

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