La psicogenealogia e le costellazioni familiari
«C'è qualcosa che ci spinge a difendere la nostra famiglia e il suo modo di vivere e pensare, a riprodurre comportamenti, qualunque siano I nostri desideri di fare diversamente»
Anne Ancelin Schutzenberger
La psicogenealogia è lo studio della trasmissione di accadimenti, memorie, traumi, da una generazione all’altra all’interno di un sistema famiglia, e ci può aiutare non soltanto a comprendere difficoltà e dolori che incontriamo nella vita, spesso non imputabili al nostro solo vissuto, ma anche a trasformare pesi e svantaggi ereditati, in tesori e ali per poter spiccare il volo e vivere la nostra vita nella sua naturale pienezza.
La psicogenealogia si avvale di tutti gli studi compiuti in materia di transgenerazionale, ambito a cui si sono dedicati grandi menti e nomi illustri del calibro di ANNE ANCELIN SCHÜTZENBERGER, IVAN BOSZORMENYI-NAGY, MURRAY BOWEN, VINCENT
GAULEJAC, MARIA TOROK, PAUL WATZLAWICK, ALEJANDRO JODOROWSKY, e molti altri ancora…
Lo strumento principale della psicogenalogia è chiamato il genogramma, o geno-sociogramma, ovvero un albero genealogico commentato, dove non si presta unicamente attenzione a nomi, date e legami di parentela, ma anche e soprattutto alle relazioni che caratterizzano l’albero genealogico, nonché ad avvenimenti vissuti di particolare rilevanza, ai debiti o ai crediti accumulati dai membri del sistema, nonché alle ripetizioni di fatti, nomi, comportamenti e condizionamenti.
Tutto quello che accade ai membri del nostro albero genealogico, si somma a quello che avviene a livello collettivo, come guerre, crisi economiche e sociali, disastri naturali, e ogni evento che possa influenzare pesantemente il destino di più generazioni di individui.
Le perdite, personali o sociali, i soprusi fatti o subiti, le privazioni e le morti precoci creano delle ferite nella psiche dell’albero stesso, al punto che i discendenti di chi le ha subite o procurate, percepiscono, senza comprenderlo, il bisogno o il dovere, di farsi carico di tutto questo.
Senza neanche saperlo consapevolmente, molti di noi vivono la loro vita nella missione di riparare un torto, sanare un’ingiustizia, pagare per qualcosa commesso da un antenato, vissuto magari cento anni prima. In realtà, prima ancora di poter vivere la nostra vita, prima di darci il permesso di fare quello che sarebbe in sintonia con le nostre intime aspirazioni, ci sentiamo obbligati a riparare quei torti e sanare quelle ferite.
Quello che la psicogenealogia ha permesso di cogliere è come il “ricordo” delle ingiustizie, o di tutto ciò che è stato vissuto come tale, si trasmette per generazioni, ricadendo come una vera e propria spada di Damocle, sulla testa dei discendenti, che si ritrovano a rinunciare di fatto alla loro vita, ai sogni e agli obiettivi, poiché spinti da una “lealtà familiare invisibile”, ad agire per conto di un antenato, al fine di riportare in equilibrio il registro dei conti della famiglia.
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Le rappresentazioni sistemiche e le costellazioni familiari di Bert Hellinger.
Mentre la psicologia tradizionale è solita andare a cercare nel passato familiare l’origine di ogni malessere dell’individuo che gli si rivolge, ciò che le costellazioni familiari fanno è mostrare la “visione” dello spirito. L’amore non è mai messo in discussione, pertanto le colpe e le recriminazioni, finanche l’idea del perdono comunemente applicata, non trovano posto all’interno di una visione dello spirito, che è di puro amore.
Ciò che una costellazione familiare ci rimanda è di fatto una rappresentazione visiva di quelle che sono le dinamiche vive e attive all’interno del sistema familiare del cliente. Tutto questo avviene normalmente grazie alla presenza di alcune persone, sconosciute e pertanto all’oscuro dei problemi e delle dinamiche oggetto di osservazione, che si mettono spontaneamente al servizio di chi richiede la costellazione (chiamato il costellante), disponendosi a rappresentare i membri del suo sistema familiare.
A chi osserva dall’esterno una rappresentazione, tutto ciò appare come una messa in scena della famiglia raffigurata all’interno di un spazio detto “campo morfico”, il cui obiettivo è quello di portare alla luce le dinamiche che causano problemi al costellante, fino al momento in cui è possibile “cogliere” (poiché si palesano da sé, senza alcuna forzatura esterna) quali sono quei movimenti risolutori che il campo, per voce del costellatore, suggerirà ai rappresentanti, col fine di riportare l’ordine e l’amore fra i membri della famiglia.
Fare una propria rappresentazione equivale ad ottenere una immagine viva, tridimensionale, energetica, delle relazioni e delle dinamiche attive nel nostro sistema familiare.
Tutto quanto abbiamo scritto sino ad ora potrebbe indurre a credere che per realizzare la propria costellazione sia necessario avere alcune persone disposte a mettersi al servizio della rappresentazione stessa. In realtà non è così.
Possiamo infatti realizzare una costellazione familiare anche servendoci di un altro genere di aiutanti, ovvero dei pupazzetti, anche di qualsiasi tipo di oggetti in realtà, che ci permettano di rappresentare i membri del sistema, e che possano essere mossi all’interno campo di matrice energetica in cui tutti viviamo e che contiene tutte le informazioni riguardati ogni singolo personaggio che vi entrerà.
Una costellazione individuale si svolge infatti a mezzo di questi “aiutanti silenziosi”, sempre alla presenza di un facilitatore, che è colui che “legge” le informazioni rimandate del campo e le trasmette al cliente, suggerendo possibili movimenti e frasi risolutrici.
Bert Hellinger è stato uno psicologo, un teologo e un missionario, ed è al suo studio e al suo lavoro, vissuto e portato avanti in collaborazione con la moglie Sophie, che dobbiamo oggi il metodo delle costellazioni familiari cosiddette classiche.